sábado, 2 de agosto de 2014

" MAREMMA TERRA DI CAVALIERI "

"Maremma TIERRA DE LOS CABALLEROS" Hospitalarios, los Templarios y los Caballeros de Santo Stefano Varisco Alessio






In Maremma, sulle tracce degli antichi cavalieri: "Giovanniti, Templari e Cavalieri di Santo Stefano", che hanno lasciato segni inequivoci della loro presenza. Basta solo saperli vedere. Chiese, monasteri, spedali e luoghi di posta lungo le antiche vie dei pellegrinaggi sono, infatti, ancora tutti lì a farsi ammirare. Occorre però una guida per riconoscere i segni del passaggio dei monaci-soldati che dal medioevo sono arrivati sino a noi circondati dal fascino del mistero. Il Prof. Alessio Varisco, figlio d'arte (madre pittrice e nonno alunno di Arturo Martini e Marino Marini), docente di Storia dell'Arte, esperto di Scienze Religiose e direttore di Antropologia Arte Sacra ha pubblicato un volume di 416 pagine con Effigi Edizioni dal titolo “Maremma terra di Cavalieri: Giovanniti, Templari e Cavalieri di Santo Stefano” che aiuta a penetrare nell'intricato mondo degli ordini cavallereschi. Il lavoro è una suggestiva ed emozionante ricerca molto ben documentata e arricchita di note, un'ampia bibliografia e molte tavole, frutto di una lunga ricerca. Il libro ha la presentazione di: Sua Eccellenza Mons. Franco Agostinelli -Vescovo della Diocesi di Grosseto-, di Sua Eccellenza Mons. Angelo Mascheroni -Vescovo ausiliare del Cardinale Arcivescovo di Milano- e di Mons. Giovanni Scarabelli, cappellano conventuale professo del Sovrano Militare Ordine di Malta, Vice Presidente della Società di Scienze Ausiliarie della Storia (fondata dal filosofo Benedetto Croce). Varisco percorre con una pazienza certosina gli insediamenti monastico-cavallereschi nella Maremma grossetana (accennando anche all'alto viterbese) con descrizioni documentate, tratte da fonti rare (Archivi di Stato, Biblioteca Apostolica Vaticana ed Archivi di Monasteri) e da visite sul campo, attraverso i segni e le testimonianze che ancora oggi sono visibili, ma non riconosciute dai più. Una guida saggia e agevole, seppur dotta, che conduce il lettore alla visita di questi luoghi e che svela man mano l'evolversi della cavalleria cristiana con un dotto e sempre chiaro lessico. Nella prima parte del volume si parla di “Oratores et bellatores”, le origini degli ordini monastico-cavallereschi, un vero unicum nella tripartizione sociale operata nel medioevo (teorizzata da Adalberto duca-vescovo di Laon) in Oratores, Bellatores ed in ultimo Laboratores. Nella seconda parte il Varisco svela i segreti della Militia Christi, ovvero dei cosiddetti "monaci in arme"; chiude la figura di un santo pellegrino e della Beata Vergine, domina degli ordini cavallereschi. Una mappatura documentata, con grande dovizia di particolari, che affascina per la ricchezza dei segni e delle testimonianze lasciate nelle chiese dai monaci ospedalieri di San Giovanni sapientemente decodificati dall'Autore: dal complesso abbaziale di San Benedetto conosciuto poi come Sancta Maria Arborensis all’Alberese (ora San Rabano), all’Hospitium di San Giovanni a Grosseto, a quello di Massa Marittima, passando per alcuni personaggi di spicco quali Giovanni Pecci -nobile senese, canonico del Duomo di Siena, monaco gerosolimitano- inviato Episcopo di Grosseto, o San Guglielmo -il protettore della Maremma- cavaliere che si ritira a vita eremitica ed aiuta i pellegrini esercitando l'Obsequium pauperum virtù tipica dei Giovanniti. Un ulteriore capitolo è riservato ai "Poveri Commilitoni di Cristo e del Tempio di Salomone", mettendo sempre molto ben a luce le origini dell'Ordine in Terra Santa e del suo determinarsi nella bassa Toscana: ne sono testimonianza la Pieve di Santa Cristina a Rocchette, la Chiesa di San Martino a Magliano in Toscana, per finire il Duomo di Sovana, preziosa testimonianza del passaggio dei Templari in Maremma. Inoltre viene esaminata l’antica Commenda di San Leonardo (ora “San Giovanni Decollato”, sede dell’Arciconfraternita di Misericordia), la Chiesa del Santissimo Salvatore di Istia Ombrone, l’antica pieve di Sancta Maria ad Lamulas, la chiesa di San Giorgio a Montemerano, la chiesa di San Bruzio di Magliano in Toscana, fino alle ipotesi di chiese ora non più esistenti, con insediamenti Templari: la chiesa di San Benedetto a Grosseto, il Santissimo Salvatore de’ “La Valentina, la Pieve di Santa Cristina a Rocchette di Fazio e l’hospitium di San Tomé, la Chiesa San Martino a Magliano e il Duomo di Sovana. Ad impreziosire il lavoro è certamente l'analisi del legame fra la famiglia comitale degli Aldobrandeschi (che appartennero all'Ordine del Tempio) ed il rituale dell'ordinazione del cavaliere templare, il giuramento dal De Laude Novae Militiae di San Bernardo di Chiaravalle e la giornata tipo di un miles-monachus. In ultimo la cronologia del processo ai templari, nonché l'analisi del processo a Ravenna e dell'Arcivescovo Rainaldo da Concorezzo. Varisco descrive alcuni dei maggiori monumenti religiosi ancora visitabili nella Toscana meridionale evocando grandi personaggi come San Rabano Mauro (preceptor Germaniae, ricordato il 3 giugno 2009 da Benedetto XVI), San Sigismondo (primo re barbaro convertitosi al cristianesimo, divenuto monaco venne martirizzato poiché difensore dell'ortodossia), San Giorgio (protettore del primo Ordine Equestre costantiniano), San Leonardo, San Bruzio (o meglio noto come Tiburzio), Santa Ubaldesca Taccini (nativa di Calcinaia ove è ancora venerata e santa dell'Ordine di Malta), San Guglielmo il Grande da Malavalle, il mitico San Galgano. Personaggi che hanno fatto la storia della cristianità ed hanno illustrato, con immagini fantastiche, le pareti di molte chiese in affreschi analizzati dal Varisco. Il quarto capitolo è riservato al Sagr'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire, milizia postcrociata sorta per presidiare l'area costiera e salvaguardare il Granducato, e fondato da Cosimo I de' Medici; di questa Militia il Varisco analizza con meticolosità gli esordi, i legami con la Regula Benedicti -definendolo perciò di derivazione benedettina-, la chiesa Conventuale Maggiore in Pisa -celeberrima opera religiosa dell'architetto Vasari-, gli ex monasteri guglielmiti e la Commenda Concini, nonché il "Priorato di Pisa", documentando con tavole cronologiche i vari priori ed i Gran Maestri dell'ordine stefaniano. L'ultimo capitolo è dedicato a San Rocco di Montpellier -pellegrino e penitente vissuto nel XIV secolo- di cui l'Autore individua gli stretti legami nel culto della Religione Giovannita (Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta) ed anche in quella stefaniana (si pensi alla presenza di una chiesa sulla piazza dei cavalieri a Pisa), un breve profilo agiografico e della geografia rocchiana, sino ad analizzare il legame di San Rocco verso il Santo Sepolcro di Gerusalemme (sperimentò il carisma della taumaturgia proprio ad Acquapendente, sede della prima riproduzione mensurale dell'Anastasis costantiniana). Varisco non dimentica i magnifici cicli di affreschi dall'Oratorio di Santa Maria delle Nevi presso la Peschiera di Santa Fiora alle figurazioni nell'oratorio di Seggiano, analizzando anche alcuni quadri del XVII secolo che lo vedono compatrono con San Lorenzo della città di Grosseto, sino al culto ed alla devozionalità in tutto il grossetano e a "San Rocco a Mare" (attuale Marina di San Rocco). Chiude una riflessione sul determinarsi del culto alla Madonna di Tutte le Grazie (titolo della Vergine del Monte Phileremo, Domina del Sovrano Militare Ordine di Malta) nel grossetano a partire dalla cattedrale di San Lorenzo in Grosseto.

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